mercoledì 17 febbraio 2010

COSA VUOL DIRE MORALITA'?

L'altro giorno stavo aspettando - e stranamente non ero impaziente - l'autobus. Non passa, nulla da fare, chi abita nel mio stesso quartiere (piccolo centro residenziale alle porte dell'Eur), lo sa bene, prendere il 762 è una scommessa tutte le mattine. Piuttosto che bermi il solito caffè, nel solito bar, decido di andare in edicola e comprare uno dei miei settimanali preferiti, mischitudine di attualità, moda, glamour condito di sapienza, e una rubrica (compendio?) che racchiude tutti i fatti della settimana in poche righe e per la quale un "grazie mille" a Giorgio dell'Arti, è anche poco. In due parole, Vanity Fair. In copertina una delle mie conduttrici preferite, Simona Ventura, vicino una frase che appena letta, mi colpisce. Dice (più o meno, perché il giornale non l'ho qui): "Se rinascessi rifarei tutti gli stessi errori. Inizierei prima, però". Di una certa, sconosciuta almeno in quel momento, Tallulah Bankhead. Fantastica la convizione che tanto sbagliare è umano, e più che diabolica, perché se perseverare diabolicum est, tale Tallulah non soltanto persevera ma intende pure cominciare prima. Insomma, mi colpisce così tanto che la scrivo sulla bacheca del profilo Facebook, e c'è qualcuno che apprezza.
Per qualche giorno resto convinta che si tratti di un filosofo orientale, questo Tallulah mi suonava come qualcosa di esotico, pseudo induista, magari monaco tibetano convertitosi al peccato. E invece no. Incuriosita da qualche commento del tipo: "Pensa che scemo, rinasce e rifà gli stessi errori, anzi ne fa pure di più...", decido di andare a verificare chi sia realmente Tallulh Bankhead. Una scoperta. Figlia di un politico americano, è stata attrice a Londra, una di quelle che la vita se l'è goduta fino in fondo, ha sperperato tutti i suoi soldi in droga e alcool, il sesso, pure quello lesbico, non se l'è mai fatto mancare, e pare che la Walt Disney si sia ispirata proprio a lei quando ha creato il personaggio di Crudelia Demon. Rimango basita, non che quella frase sia da educanda, è chiaro, e mi sorbisco anche i commenti di mammà che borghesona qual'è comincia a dire: "Pensa un pò... droga e alcool e pure lesbica...ah, andiamo bene. Gaia leva la frase da Facebook che è immorale", e poi papà: "Ma non c'è un personaggio migliore?".
Adesso, a parte che un pò di simpatia per Crudy io l'ho sempre provata, non un amore a prima vista intendiamoci, però dai, un pò questa vecchia zitella tutta ingioiellata fa pure tenerezza, sopra tutto se ad interpretarla è quella strega di Glenn Close. Ma se perfino il New York Times, in un articolo (http://www.nytimes.com/2010/02/16/theater/16tallulah.html), parla di Tallulah ed è vero anche della sua "Infamy", un motivo ci sarà. Forse perché tutti questi moralisti, benpensanti e pure bigotti hanno stufato???

mercoledì 3 febbraio 2010

Leggiamo dei simboli intorno a noi, ma occhio a quali

La riunione Rotaract è finita, la serata no. Ultimi saluti, promessa ad Annie di rivederci prestissimo, perché abbiamo troppe cose da raccontarci, baci baci a Corro, e poi mi sposto dall'altra parte della sala. C'è l'aperitivo Betalip, organizzato da Renatino: un'associazione ludico/politico/culturale. Mi siedo al tavolo con la mia amica Daniela, stagista alla Camera con me e Renatino, braccata da un tipo che ormai è perso di lei, dei suoi occhioni siciliani. Si apre un dibattito, Adriano sostiene che gli uomini non devono chiedere il numero alle donne, piuttosto dovrebbero lasciare il loro e farsi richiamare. "Eh, no", gli dico, "è il ragazzo che chiama, almeno all'inizio, e poi una potrebbe anche essere in imbarazzo". Adriano mi spiega (anzi ci spiega, perché i suoi sguardi sono tutti per Daniela) la sua teoria: sai una donna quanti numeri lascia in un giorno? Sai quanti la chiamano? Sai quanto si rompe le palle? Io invece non la chiamo, aspetto che sia lei a farlo, così capisco subito se è interessata o no. "Beh, ma provare una volta che ti costa? Se non ti risponde o glissa è chiaro: non gli piaci. Però chi non risica non rosica ;)". Alla fine si scopre che in realtà è la paura del rifiuto a non fargli alzare la cornetta. Uhm...
Sto per commentare, quando il nostro dibattito è interrotto da qualcosa che cattura l'attenzione di tutti, il pezzo forte della serata. Una ragazza, che non conoscevo prima, ma che ho scoperto simpaticissima, ci racconta di saper leggere i tarocchi. Ognuno di noi ha un simbolo predominante che lo rappresenta, ci dice, e spesso può capitare di vedere quel simbolo in tutto ciò che ci circonda. E poi ad un tratto: "Io per esempio vedrei solo piselli"... Un secondo di silenzio, il ragazzo accanto (anche lui fino ad allora sconosciuto) mi chiede: "Ma ha detto veramente piselli?", "Si", rispondo, mentre guardo Daniela che ride più di me. "Eh lo so, sono fissata", aggiunge ancora Vittoria. La risata generale continua, Dani ed io siamo sempre più rosse, mentre Adriano commenta: "Hai ragione, mi piacciono le ragazze che sono sincere" :).

Rotaract: linee direttive incoming

Appuntamento da Numbs, piazza Istria, per le 19:30. Arrivo in ritardo, ovvio. Ci sono già Alessandro, avvocato, politico, e pure presidente incoming, Andrea fighissimo con il suo vestito da direttore di banca, la Annie che non vedevo da troppo tempo e sono felice di riabbracciare, e la dolce Irene. Poi, mentre sono al buffet con Annie ecco entrare Evina, scienziata modaiola, Alessandra la nostra prof di greco e il mitico, grande, inimitabile Corro (ho un debole per lui), in formissima, con la cravatta beige che fa pendant col completo. Ha proprio lo sguardo da notaio rampante.
Bene, cominciamo. Fra un risotto agli asparagi, pasta, pizza, verdure e quant'altro, con Ale fioccano le proposte per il nuovo anno:
- Una divisa per l'Rtc Roma, questa è di Corro. Io direi maglioncino, camicia, jeans e scarpe rigorosamente Hogan;
- Una dieta per tutti i membri del Club, anche questa è di Corro. Premuroso com'è, pensa alla nostra salute. "A base di alcool", suggerisce Eva;
- Riffa di Natale organizzata da me e Corro: data prevista 07/12/2010, siete tutti invitati ;);
- La casa di Annie, prossimo segretario, già perfettamente calata nel ruolo, sarà il nuovo locale più in di Corso Trieste;
- Selezione di nuovi soci, belli, fighi e pure intelligenti. Per Ale, Corro e Andrea vale l'opposto;
- Interclub con Rtc giovani, divertenti, motivati e pure con dei bei soci...Eva propone il Leonardo da Vinci, "chissà perché?";
- Una visita culturale al mese, (e questa è seria).

lunedì 1 febbraio 2010

MAMMA' CI SPIEGA CHE IL VIOLA NON VA PIU' DI MODA

L'altro giorno c'è stata una conversazione a tratti surreale fra me e mammà, detta anche mummy, mammina, mother, a seconda dell'umore, mio e anche suo. Insomma, mammà si stava preparando per andare al lavoro, qualche ritocco al trucco, la pashmina che non si trova mai, il cellulare puntualmente dimenticato sul tavolo, mentre io vagavo per casa, ancora in preda a una mischitudine di febbriciattola, mal di stomaco, nausea, e medicinali vari.
"Ieri sono stata da Manzetti", mi dice mammà, per chi non lo sapesse Manzetti è il negozio di abbigliamento con le mie firme preferite, quello dove compro le Hogan (e non solo) per ogni stagione. "C'erano delle camiciette carinissime di Ralph, con fiorellini rosa e viola", continua mammà, guru in fatto di moda e di eleganza, e comincia a raccontarmi il pomeriggio del giorno prima, le conversazioni che si fa con la commessa, perché ha scoperto che hanno più o meno una figlia della stessa età e quindi oramai si danno i consigli da mammà a mammà. L'ascolto rapita, mentre cerco di immaginare come potrebbe starmi la camicietta in questione, forse mi donerebbe pure, con i capelli biondi, ma d'improvviso, mammà si ferma e mi spiazza: "Sai, Maria (la commessa/amica) mi ha detto che il viola non andrà più. Allora non le ho comprate, piuttosto c'era una borsa niente male...".
Ma come? Proprio il viola, sono due anni (forse anche più) che detta legge, e io ho persino comprato gli accessori...Mammà non ha fatto una piega e ha continuato ad elencare le novità delle collezioni primaverili, io, tutta febbricitante e pure delusissima, me ne sono tornata a letto.

venerdì 29 gennaio 2010

"BREVE" PAUSA NATALIZIA

Certo, "breve" è un eufemismo. Oggi, quando ho cliccato il blog e mi sono accorta che l'ultimo post risale al 29 novembre, quasi non ci credevo neppure io. E neanche saprei spiegare perché. Sarà per il lavoro? Per gli altri impegni (numerosi, sopra tutto ultimamente)? Per il fatto che a Natale hai voglia soltanto di comprare (e scartare) regali, mangiare dolci a più non posso, prendere cinque chili e poi, davanti alla bilancia che ti guarda come per dirti: "Guilty", l'unica cosa che ti viene in mente è: "Noo, adesso a dieta no..."? E quindi ti dimentichi del blog e di tutto il resto. Ma la scusa regge fino a un certo punto, perché le vacanze di Natale finiscono il 6 gennaio e oggi è il 29... Quindi faccio mea culpa e ammetto un pò di lassismo, pensieri vari, qualche dormita in più. Da oggi riprendo a scrivere post e ancora post (lo prometto), perché questo blog così spoglio mi fa persino tenerezza.
Intanto, chi volesse dare un'occhiata ai miei ultimi articoli - stavolta parecchi - può collegarsi al sito www.loccidentale.it ;)

domenica 29 novembre 2009

MOMENTI DI SERIETA' /10

Su www.loccidentale.it, l'intervista ad Antonio Carioti, scrittore e giornalista del Corriere della Sera, autore di "Gli orfani di Salò. Il Sessantotto nero dei giovani neofascisti".
- Quel "Sessantotto nero" che contestava Occidente e comunismo
Abbiamo chiesto ad Antonio Carioti, scrittore e giornalista del Corriere della Sera, di parlarci del suo ultimo libro, Gli Orfani di Salò. Il “Sessantotto nero” dei giovani neofascisti nel dopoguerra, edito da Mursia. Ne esce un ritratto, per niente scontato, della gioventù fascista fra 1945 e primi anni Cinquanta.

giovedì 26 novembre 2009

LA BUVETTE NON SI TOCCA

E' una di quelle frasi che da un politico, anche navigato, non ti aspetti: "Chiudiamo la buvette, fa ingrassare i parlamentari". Così il ministro Rotondi ha mandato al diavolo supplì, bignè, tartine e tramezzini vari del bar più famoso di Roma. Ovviamente l'idea di abolire la pausa pranzo (non solo quella a Montecitorio, è chiaro) ha scatenato un putiferio, e ha gettato qualcuno nel panico, per la serie: "Rotondi?? Dai... ma non l'ha detto Brunetta?". Beh, in effetti, quando ho letto il lancio dell'agenzia l'ho pensato anch'io. Ma il punto non è questo, piuttosto che il giorno dopo le dichiarazioni audaci del ministro i giornali si sono scatenati, fino a scrivere che, in fondo chiudere la Buvette non sarebbe poi così grave visto come si mangia. Non l'avessero mai detto...mezzo ufficio Stampa era in stato di semi-rivolta. "Questi giornalisti - dice S. - è perché non gli diamo più gli accrediti!-. Arriva F., con le ultime news sulla WebTv, "Ma perché, che hanno detto?", "Che la Buvette non è buona"... "Beh, e c'hanno ragione!", "Nooo, ma va... è per gli accrediti!!!". Insomma, io alla Buvette non ci sono ancora andata, certo non che mi lamenti del caffè con panna (artigianale e buonissima) di Giolitti. Ma muoio, golosa come sono, dalla voglia di assaggiare una briosche targata Buvette, sopra tutto dopo che un mio amico mi ha spifferato che i lieviti sono tutti di loro produzione. Scommetto che se ci vado trovo pure Rotondi!
P.S: Per dovere di cronaca, Rotondi poi ha rettificato.