giovedì 26 novembre 2009

LA BUVETTE NON SI TOCCA

E' una di quelle frasi che da un politico, anche navigato, non ti aspetti: "Chiudiamo la buvette, fa ingrassare i parlamentari". Così il ministro Rotondi ha mandato al diavolo supplì, bignè, tartine e tramezzini vari del bar più famoso di Roma. Ovviamente l'idea di abolire la pausa pranzo (non solo quella a Montecitorio, è chiaro) ha scatenato un putiferio, e ha gettato qualcuno nel panico, per la serie: "Rotondi?? Dai... ma non l'ha detto Brunetta?". Beh, in effetti, quando ho letto il lancio dell'agenzia l'ho pensato anch'io. Ma il punto non è questo, piuttosto che il giorno dopo le dichiarazioni audaci del ministro i giornali si sono scatenati, fino a scrivere che, in fondo chiudere la Buvette non sarebbe poi così grave visto come si mangia. Non l'avessero mai detto...mezzo ufficio Stampa era in stato di semi-rivolta. "Questi giornalisti - dice S. - è perché non gli diamo più gli accrediti!-. Arriva F., con le ultime news sulla WebTv, "Ma perché, che hanno detto?", "Che la Buvette non è buona"... "Beh, e c'hanno ragione!", "Nooo, ma va... è per gli accrediti!!!". Insomma, io alla Buvette non ci sono ancora andata, certo non che mi lamenti del caffè con panna (artigianale e buonissima) di Giolitti. Ma muoio, golosa come sono, dalla voglia di assaggiare una briosche targata Buvette, sopra tutto dopo che un mio amico mi ha spifferato che i lieviti sono tutti di loro produzione. Scommetto che se ci vado trovo pure Rotondi!
P.S: Per dovere di cronaca, Rotondi poi ha rettificato.

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